Skip to main content

Il mio impegno Politico

Nasco alla politica a diciassette anni nella Democrazia Cristiana a Remedello.
A ventidue anni divento Segretario di Zona di Montichiari della D.C.. Entro, quindi, di diritto nel Comitato Provinciale.
Dopo il crollo del muro di Berlino, sposando la causa di Mario Segni, mi impegno per il referendum per l’abrogazione delle preferenze (ricordate le quaterne e le cordate elettorali?). Un’illusione referendaria che ha cambiato il sistema in peggio, ma non sono pentito. Del resto la storia, qualche volta sa fagocitare e deformare anche le migliori intenzioni.

Concorro alla fondazione del Partito Popolare, condivido il manifesto di Mino Martinazzoli. Che manifesto! Rileggetelo, ripassatelo, rigeneratelo.
Ho da poco varcato la soglia degli anni ottanta (1982) Il mio impegno è vissuto soprattutto a Manerbio e nella zona della bassa bresciana centrale. A Manerbio con il mio carissimo amico Giuseppe Cantaboni (è già andato avanti) vivo un intensa esperienza nel partito – la D.C. in veste di vicesegretario.

Il referendum Segni mi porta a seguire una novità nella continuità. Mi impegno per il Patto per l’Italia (Martinazzoli e Segni insieme), progetto che il risultato elettorale del 1994 frantumò, con l’abbandono di Martinazzoli della guida del PPI e quella miopia di uomini di poca lungimiranza vollero processare per una sconfitta che era da ricercare altrove.

Ho seguito così le orme di Mario Segni e nel 95 mi candido per le provinciali divenendo Assessore Provinciale.

Nel 1999 mi candido invece con Prodi. Segni era approdato nelle fila di Alleanza Nazionale. Qualcuno mi imputa di spostamenti frequenti a me pare che la politica post muro di Berlino sia stata poco “stabile”.
Eletto in Consiglio Provinciale, nel 99, svolgo per cinque anni il ruolo di capogruppo.

Con la costituzione della Margherita concorro, con Bazoli (Alfredo) ed altri alla composizione del nuovo partito. Partito che confluirà successivamente del Partito Democratico. Ci credo, ci crediamo.

Mi ritrovo così a svolgere il ruolo di responsabile degli enti locali per alcuni mesi. Lotte ed equilibri intestini porteranno successivamente alla mia rimozione. Chi viene dopo di me non conosce nemmeno la viabilità bresciana per raggiungere Comuni e Frazioni. Del resto è proprio chi sta per soccombere che manifesta la maggiore litigiosità e fragilità.

Rimango comunque nel PD, condividendo il disegno di un sistema istituzionale maturo.

Nel 2009 lascio il PD colpevole, a mio parere, di inadeguatezza e incapacità a promuovere la riforma del modello paese e a rappresentare, pertanto, l’alternativa al leghismo e al Berlusconismo. L’alternativa al degrado politico italiano. Galperti insiste nell’affermare che è meglio rimanere e impegnarsi nella propria casa anche quando scricchiola ... Ma!!! Io credo che la politica dia ragione ai vincitori e non al miglior pensiero.

Nel 2010 aderisco all’ApI (Alleanza per l’Italia di Rutelli, Tabacci, Dellai, Lanzillotta). A quel progetto si avvicinano in molti. Sembra lo spiraglio di una vera novità politica. Lo ritengo uno spiraglio per rimettere in moto la democrazia è posto proprio lì. Assumo l’incarico provvisorio di Portavoce Provinciale. Duro in carica nemmeno ventiquattro ore. Batto ogni guinness dei primati di carica politica ricoperta. Del resto questi “partiti” non riescono nemmeno a rappresentare le figure che vi aderiscono. ApI fallisce e si dilegua nel novero delle fumose illusioni. Quante risorse e quante speranze vengono sacrificate sull’altare di “personaggi” che pensano solo alla propria sopravvivenza politica. Li definiscono intelligenti. Li osservo rapaci.

Nel 2012 aderisco al progetto dell’UDC. Casini sembra incarnare quel progetto di aggregazione di mondi sociali, economici e professionali orfani da tempo di una rappresentanza politica credibile e solida. L’UDC che progetta e si proietta verso il Partito della Nazione. Non riuscirà nemmeno a fare un contratto elettorale con Mario Monti. Ancora una volta la delusione è grande. Forse .... i personalismi prevalgono sulla politica e la politica ... naufraga.

La scommessa rimane comunque alta. Il tempo sembra maturare più per costrizione che non per convinzione. Le condizioni non mancano mai. Forse le ceneri di un recente passato non sono ancora fredde per costruire un nuovo soggetto politico. Ma la dove non riesce la politica riesce la biografia.

Oggi mi ritengo un laterale attivo partecipante alla politica, in attesa che possa assistere e compartecipare ad una stagione di forte rinnovamento della politica italiana.

Io so che se non abdicheremo al nostro impegno e alla nostra responsabilità di uomini “sociali” non prevarrà la stupidità e la strumentalità politica. 

  • Visite: 1673